Scenari | Candriam
Secondo Candriam, stiamo passando dal beta all’alfa. Nell'ultimo anno e mezzo l’high yield è stato sostenuto dalle banche centrali, ma ora i provvedimenti delle colombe stanno pian piano svanendo in favore delle operazioni di tapering e Qe. «I fondamentali degli high yield, che finora sono stati incoraggianti, stanno gradualmente ruotando poiché alcuni emittenti sono focalizzati sulla remunerazione lato equity (buyback, dividendi, M&A opportunistico)», commenta Thomas Joret, senior fund manager - high yield & credit arbitrage di Candriam(nella foto a lato), «e quindi stanno operando un re-leveraging dei loro bilanci. Questo porterà probabilmente a una qualità inferiore e a tassi di default più elevati in assenza di un massiccio sostegno da parte delle Banche Centrali, aumentando ulteriormente la dispersione sui mercati».
Nel medio-lungo termine, ci si aspetta che i trend globali come la de-globalizzazione, la digitalizzazione e la de-carbonatazione portino a cambiamenti sostanziali e richiedano agli emittenti di adattare i loro modelli di business. «In effetti, è probabile che si accentui la discrepanza tra i vincitori e i vinti all'interno del settore», prosegue Joret. «Crediamo che i tassi continueranno probabilmente il loro trend al rialzo in scia al miglioramento dell'inflazione, della crescita e dei migliori numeri sull'occupazione».
Un rialzo che dovrebbe essere graduale alla luce della posizione molto cauta e della comunicazione costante delle banche centrali. Tuttavia, un'inflazione più forte e inaspettata potrebbe causare un aumento dei tassi più netto del previsto, che a sua volta potrebbe influenzare negativamente i mercati del credito ed esercitare una pressione al rialzo su rendimenti e spread. «In termini di macro-rischi che potrebbero influenzare il settore, rimaniamo diffidenti nei confronti del rallentamento della crescita in Cina, in quanto la ri-regolamentazione e il deleveraging stanno pesando sull'economia insieme alle turbolenze del mercato immobiliare», conclude l’esperto. «Monitoriamo anche le questioni relative la supply chain (viste le recenti interruzioni) che riteniamo possano normalizzarsi nel 2022».
26 Novembre 2021
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