Giurisdizione
In media i ricorsi risolti in via stragiudiziale dall’Arbitro per le controversie finanziarie nell'arco del suo primo triennio di vita, 2016-2019, hanno avuto un valore di 60 mila euro, segnando un trend in ascesa. La fascia più ampia delle richieste relative a domande di risarcimento è tra i 10.000 e i 30.000 euro (per richieste relative a circa 1.000 ricorsi). Complessivamente, nel triennio, le richieste di ristoro sfiorano i 300 milioni di euro.
Questi sono alcuni dei dati contenuti nella relazione annuale presentata oggi dall’Acf, l'organismo istituito da Consob per la risoluzione delle controversie tra risparmiatori e intermediari finanziari. L’Acf ha il compito istituzionale di risolvere controversie tra investitori retail e intermediari autorizzati alla prestazione dei servizi d’investimento, in caso di violazione da parte di questi ultimi degli obblighi di diligenza, trasparenza, correttezza e informazione, relativamente a controversie di valore non superiore ai 500.000 euro. Esclusi dal raggio di azione dell'arbitro sono i clienti professionali e le controparti qualificate.
Attualmente aderiscono al sistema di arbitraggio 1.125 intermediari finanziari, di cui 92 coinvolti in procedimenti nel corso del 2019 e 162 i destinatari di almeno un ricorso nel triennio, con una netta prevalenza di intermediari bancari. Sono oltre 2.400 le decisioni finora rese pubbliche e hanno riguardato sia questioni di merito che procedurali.
Tra le novità più rilevanti va ricordata la recente intesa da parte dell'authority di Paolo Savona (in foto) e Banca d’Italia sulla creazione di meccanismi di coordinamento e di scambio informativo tra l’Arbitro bancario finanziario (Abf) e l’arbitro Consob. Il protocollo firmato dai organismi getta le basi per strutturate forme di collaborazione per rendere più efficiente e sinergica l’attività dei sistemi.
6 Aprile 2020
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