Banche centrali
E’ un fenomeno che gli economisti chiamano "tasso di inversione macro" e si verifica quando la trasmissione della politica monetaria diventa più debole in un contesto di tassi di interesse molto bassi. Il report di Goldman Sachs dedicato all’Eurozona conferma che gli effetti degli strumenti politici della Banca centrale europea sull'attività economica, compresi i tagli dei tassi e il Qantitative easing, sono di fatto diminuiti con il declino dei tassi di interesse. “In base ai nostri modelli riferiti all'area euro, possiamo dimostrare che la durata del sostegno delle politiche monetarie diventa molto importante in queste circostanze”, è scritto nel report.
A fronte di un tasso di inversione macro – spiegano ancora gli economisti di Goldman Sachs - è da ritenere che un approccio più paziente, che si impegna cioè a mantenere i tassi a lungo termine vicini ai livelli attuali anche durante la ripresa economica, ottiene risultati di crescita e inflazione migliori rispetto a una politica che consente che i costi di indebitamento aumentino con il rafforzamento dell'economia. “Sebbene soggetta a una serie di avvertenze, la nostra analisi fornisce una buona motivazione all'enfasi della Bce sulla durata del sostegno – è scritto nel report - Coerentemente ci aspettiamo che il Consiglio direttivo decida di estendere i suoi strumenti per le crisi pandemiche, inclusi il PEPP, almeno fino alla fine del 2021, con rischi inclinati verso un orizzonte più lungo". "Vediamo anche spazio per orientamenti ancora più espliciti sul QE, che collegano l'evoluzione futura degli acquisti di asset allo stato effettivo dell'economia”, è la conclusione degli strategist di Goldman Sachs.
3 Dicembre 2020
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