Scenari/Axa Investment Managers
L’inflazione ha sorpreso ancora i mercati. Proprio quando credevano che l’inflazione negli Stati Uniti avesse raggiunto il picco, a giugno è salita oltre le aspettative a 9,1% anno su anno. Aveva già sorpreso i mercati riaccelerando a 8,6% a maggio, dopo un rallentamento nel mese di aprile. L’approfondimento a cura di Jonathan Baltora, head of sovereign, inflation and Fx, fixed income.
“È un’estate estremamente calda, non solo per gli effetti del cambio climatico, ma anche sul fronte dei prezzi. Il previsto picco dell’inflazione viene continuamente rivisto al rialzo e continuerà così almeno fino al prossimo autunno, mettendo sotto pressione le banche centrali.
L’inflazione ha sorpreso ancora i mercati. Proprio quando credevano che l’inflazione negli Stati Uniti avesse raggiunto il picco, a giugno è salita oltre le aspettative a 9,1% anno su anno. Aveva già sorpreso i mercati riaccelerando a 8,6% a maggio, dopo un rallentamento nel mese di aprile.
L’indice Usa dei prezzi al consumo (Cpi) di giugno mostra che l’inflazione ha raggiunto il livello più elevato dal 1981 nella prima economia al mondo. Inoltre, l’aumento dei prezzi è generalizzato.
Il problema inflazione non è né di rapida soluzione né temporaneo.
La guerra in Ucraina ha spinto al rialzo i prezzi dell’energia e degli alimentari, ma gli ultimi dati sull’inflazione Usa includono anche aumenti significativi nel costo delle case, delle auto usate, e altro.
E non soltanto negli Usa. A giugno, l’inflazione nell’eurozona è schizzata a +8,6%, marcando un nuovo record, mentre nel Regno Unito è salita al 9,4% dal 9,1% di maggio, il livello più alto in 40 anni.
Le pressioni inflazionistiche potrebbero venire ulteriormente rafforzate da quelle del mercato del lavoro. Siamo già in presenza di un aumento dei salari negli Usa, con i lavoratori che lo chiedono per far fronte all’inflazione, mentre nell’area euro questo trend è appena cominciato. E persino il Giappone, che storicamente ha visto livelli d’inflazione bassi, ha riportato un’inflazione “core” al di sopra del target del 2% della banca centrale per due mesi consecutivi.
Il grafico qui sotto mostra la crescita dei salari negli Stati Uniti e nell’eurozona in percentuale nel quarto trimestre:
Come muoversi in questo scenario?
Le obbligazioni a breve scadenza indicizzate all’inflazione possono contribuire a proteggere il portafoglio dall’erosione del valore reale degli investimenti e dai movimenti dei tassi d’interesse.
La nostra strategia preferita per questo momento unisce due aspetti: catturare l’inflazione senza detenere però emissioni con lunghe scadenze, quindi focalizzandosi solo sulla parte breve della curva dei linkers, senza avere troppa esposizione sulla duration.
Quando investiamo in obbligazioni con scadenze brevi abbiamo più correlazione all’inflazione e meno ai tassi.
Quindi, le obbligazioni con breve duration, da uno a tre anni e fino a cinque anni, beneficeranno di un’inflazione molto elevata. Inoltre, questi titoli sono potenzialmente meno impattati da un aumento del tasso nominale, grazie alla bassa correlazione.”
2 Agosto 2022
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