La disoccupazione Usa tocca il punto più basso da 50 anni

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Il rapporto sul lavoro degli Stati Uniti rileva un calo al 3,5% e un aumento degli stipendi su base annua. Che cosa può significare per l’economia secondo gli economisti di Pimco

Secondo i dati diffusi venerdì, nel rapporto sul lavoro, il tasso di disoccupazione negli Usa è sceso al 3,5%, il più basso degli ultimi 50 anni.

Nel mese di luglio sono stati registrati 528 mila posti di lavoro in più. Gli analisti si aspettavano un incremento simile a quello registrato a giugno a pari a 398 mila.

A recuperare sono stati proprio i settori più colpiti dalla pandemia: i servizi, il turismo, la ristorazione.

Sono cresciuti gli stipendi, con un più 0,5% rispetto al mese scorso e un più 5.2% su base annua ( ben lontano dal tasso di inflazione, balzato al 9,1% in giugno).

Ora però la saturazione nel mercato del lavoro potrebbe spingere la Federal Reserve a procedere con un ulteriore rialzo del tasso di interesse: probabilmente un altro 0,75% nella riunione prevista per il 20 e il 21 settembre. Alla fine dell’estate, dunque, il costo del denaro potrebbe salire dal 2,25-2,5% al 3-3,25%, raggiungendo un livello che si pensava sarebbe stato toccato solo alla fine del 2022.

Il timore è che la stretta monetaria possa frenare l’economia, che è già in “recessione tecnica”, avendo chiuso i primi due trimestri con Pil negativo.

Ecco cosa potrebbe accadere secondo l’analisi a cura di Tiffany Wilding e Allison Boxer, US economist di Pimco.

“Un altro rapporto sui salari molto forte riporterà la Fed sulla via dei “falchi”. Le buste paga sono risultate due volte più solide delle nostre aspettative e anche l’occupazione domestica è aumentata. Il solido rapporto sul mercato del lavoro conferma che gli Stati Uniti non erano in recessione a luglio e suggerisce che la Fed può e vuole fare di più per contenere l’inflazione.

L’inflazione salariale è stata ancora una volta stabile: un segno che l’inflazione dei prezzi di base rimarrà vischiosa nonostante un certo sollievo nei prezzi dei generi alimentari e dell’energia nei prossimi mesi. Un rialzo dei tassi di 75 punti base a settembre è ora probabilmente l’ipotesi di base per i membri della Fed, che anticipano di nuovo ulteriori rialzi nel 2022.

Tuttavia, l’esame di una più ampia gamma di indicatori del mercato del lavoro di alta frequenza suggerisce che i mercati del lavoro perderanno slancio a un certo punto, ma prevedere con precisione i tempi di tale rallentamento è sempre più difficile. Questo, unito al fatto che la Fed probabilmente farà di più per inasprire le condizioni finanziarie a breve termine, non cambia la nostra previsione a 12 mesi, secondo cui una recessione è più probabile”.

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