Cronaca e fotocronaca della festa del più longevo mensile di risparmio

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Una serata bellissima, con ospiti prestigiosi per festeggiare i 40 anni del periodico di risparmio italiano più longevo E con la cerimonia di premiazione “Forty Year award” per le sgr presenti sul mercato dal 1983

È un merito saper resistere, e anzi evolvere, nel tempo sui mercati? è un merito saper superare crisi congiunturali anche drammatiche? è un merito coltivare i clienti nel corso dei decenni? Altrochè, se sono meriti: ed è per questo – in fondo – che Investire ha deciso che il modo migliore per celebrare un proprio anniversario importante, i 40 anni dalla nascita con il primo numero in edicola, non fosse parlare di sé (quello, peraltro, l’abbiamo già fatto nei numeri scorsi, e non volevamo stufare i nostri lettori!) ma parlare dei prodotti e delle società finanziarie… coetanee o anche più “mature”… perché – fateci caso – solo in una certa accezione finanziaria malintesa l’aggettivo “maturo” può acquisire una connotazione negativa, come quando si dice che un prodotto è maturo, un business è maturo, riferendosi a qualcosa che non può più riservare grandi opportunità… al contrario, la maturità è forza, la maturità è sostanza, la maturità è sicurezza, resilienza, sostenibilità!

E di questo abbiamo parlato il 29 settembre scorso a Palazzo Mezzanotte, nell’evento-convegno dedicato appunto a ricordare i nostri 40 anni attraverso la memoria ammirata dei 40 anni di tanti altri protagonisti del risparmio e della finanza italiani. Dopo la parte convegnistica – onorata dalla presenza di un protagonista della politica economica del Paese come Giulio Tremonti, discusso per la sua verve polemica ma indiscutibile per la sua statura culturale e professionale, di Giovanni Tamburi, il “Warren Buffett italiano” e di Manuela Franchi, tra le pochissime Ceo di una società quotata in Piazza Affari – la fase della premiazione ha visto sfilare sul palco, presentate da Manuela Donghi – giornalista economica di rango e vicedirettore di Giornaleradio – diciotto premiati. In parte fondi d’investimento, selezionati, per Investire, da Fida Financial Consultant col criterio di individuare prodotti esistenti sul mercato in continuità dal 1983 o almeno (perché proprio nati nell’83 ce n’erano pochissimi) dagli anni ’80; in parte società finanziarie nate nell’83; e alcuni premi speciali, comunque di società del settore dalla storia lunga e prestigiosa. Vale la pena ripercorrere a volo d’angelo i momenti di questa premiazione, e le sue emozioni essenziali.

Il premio, battezzato semplicemente “Forty Year Award”, aveva peraltro un valore in più: la partnership di una delle onlus più serie e autorevoli d’Italia, “Pane Quotidiano”, guidata da Luigi Rossi.

Luigi Rossi di “Pane Quotidiano”

Ebbene: a salire per primi sul palco sono stati i rappresentanti di Allianz Global Investor, una grande Società di gestione del risparmio (Sgr) che fa parte del colosso tedesco Allianz, vera icona della finanza mitteleuropea, forte di 500 milardi di patrimonio gestito. Ѐ salita sul palco Lavinia Fattore, Capo della comunicazione in Italia, con Giampaolo Piemontese Business developer retail wholesale Italy, per i fondi Allianz Reddito Euro e Allianz Reddito Globale.

Subito dopo, è stata la volta di Amundi Sgr, colosso dell’asset manager europeo (leader per dimensioni, parte del gruppo Credit Agricole), rappresentato dal Ceo per l’Italia Gabriele Tavazzani, per il fondo Amundi Obbligazionario a distribuzione.

Quindi Manuela Donghi ha chiamato alla ribalta Alberto Zorzi, Chief investment officer e Vincenzo Pugliese, Cfa, Ufficio investimenti global macro di Arca Fondi SGR per quattro fondi: Arca Azioni Internazionali, Arca BB, Arca RR Diversified Bond e Arca Titoli Esteri. La storia di Arca è nota e prestigiosa, stiamo parlando di un gruppo leader nella gestione dei risparmi in Italia, indipendente, attivo con una completa gamma di prodotti e servizi di eccellenza, con oltre un milione e centomila sottoscrittori tra fondi e fondi pensione.

Con un fondo di vecchia data e chiara fama – si tratta di Azimut Dinamico – è stato poi premiato appunto Azimut, il gruppo indipendente di gestione e distribuzione di fondi e prodotti del risparmio gestito fondato da Pietro Giuliani, nella persona di Antonio Vogini di Azimut Capital Management Sgr.

Una big-company americana, notissima gli investitori istituzionali ma in realtà attiva anche e da sempre sul mercato con prodotti retail, dimostrando una grande considerazione del mercato italiano, Bny Mellon Investment Management, è stata poi premiata per ben quattro fondi: Bny Mellon Asian Equity, Bny Mellon Global Bond, Bny Mellon Sustainable Global Equity e Fund A. Ha ritirato il premio Stefania Paolo, direttore generale della divisione italiana. Tre targhe per altrettanti fondi firmati da Euromobiliare Asset Management Sgr sono stati poi consegnati a Marco Barone, responsabile del Corporate Center e si tratta precisamente di Euromobiliare Euro Aggregate, Euromobiliare Flessibile, Euromobiliare Reddito. Il più grande gruppo bancario e finanziario del mondo, Jp Morgan, attraverso la sua Jp Morgan Asset Management, ha avuto la soddisfazione di veder premiare ben sette fondi: il Global Aggregate Bond, Il Japan Equity, il Pacific Equity, l’Us Small Cap Growth, l’Us Smaller Companies, lo Standard Money Market e l’America Equity, di cui quest’ultimo e i primi cinque a distribuzione. A ritirare i premi, Roberta Gastaldello, Senior sales executive e Claudio Cammino, Senior sales executive. Ultimo colosso premiato, Banca Mediolanum: per i fondi Mediolanum Flessibile Futuro e Mediolanum Strategia Globale Multi Bond. Hanno ritirato i premi, gli esponenti di Mediolanum, Gestione Fondi: l’amministratore delegato Lucio De Gasperis, il responsabile gestione investimenti mobiliari Stefano Colomb e il responsabile gestioni investimenti obbligazionarie Alberto Ospite.

Poi ci sono state 4 società che hanno meritato il riconoscimento ma per loro fondi ma a causa di forza maggiore non hanno potuto prendere parte alla cerimonia e riceveranno in sede le targhe: Anima Sgr, Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, Eurizon, Sella Sgr. Manuela Donghi ha poi giostrato elegantemente tra due ulteriori gruppi di premiati, individuati per ragioni specifiche diverse. Due realtà lo sono state in quanto nate esattamente, come Investire, nel 1983: Banca Ifis e (di nuovo!) Arca Fondi Sgr. Per Banca Ifis ha ritirato il premio dalle mani di Donghi, coadiuvata da Loredana Mazza, Massimo Zanaboni, Financial planning & analysis Italy leader. Per Arca Fondi è salito al palco Davide Pennati, Chief financial officer. Ancora sette premi, mentre in sala i camerieri si accingevano ormai a servire i secondi piatti, sono stati assegnati ad aziende attive sul mercato finanziario italiano, e più precisamente bancario, da oltre 40 anni: Mediobanca, rappresentata a ritirare la targa da Anna Barbaglio, Communication manager del Gruppo; Credem Banca, rappresentata da Maurizio Giglioli, Direttore marketing strategico; Banco di Sardegna, premiata tramite Giannina Balia, Responsabile direzione territoriale Sud – Penisola; e infine la Banca popolare di Sondrio, rappresentata direttamente dal presidente Francesco Venosta.

Premi speciali sono stati infine assegnati ad altre tre realtà importanti, significative di altri elementi chiave del mercato: la Fondazione Efpa, emanazione dell’associazione dei consulenti finanziari Anasf, per la sua straordinaria opera formativa degli operatori del settore, rappresentata dal presidente Marco Deroma Marr, società del gruppo Cremonini, andata in Borsa alcuni anni fa con uno splendido collocamento, rappresentata dal Capo della comunicazione Luca Macario Directa Sim, una società pionieristica nel trading on-line e diretto, nata poco meno di 30 anni fa e da allora costantemente cresciuta, rappresentata dall’Amministratore delegato Vincenzo Tedeschi.

BUON COMPLEANNO, INVESTIRE!

Il mensile più antico del panorama editoriale nazionale ha festeggiato i suoi primi 40 anni con un evento esclusivo nel luogo simbolo della finanza italiana: Piazza Affari. Sergio Luciano, direttore di Investire ed Economy, ha intervistato Giulio Tremonti, economista e politico, già ministro delle finanze nel governo Berlusconi I e ministro dell’economia e delle finanze nei governi Berlusconi II, III e IV. Dopo aver paragonato il periodo attuale al Cinquecento, epoca (Mundus Furiosus) nella quale si frammenta l’ordine globale con guerre, epidemie, fenomeni non prevedibili, Tremonti ha parlato degli errori commessi dall’Unione Europea: «In Europa sono stati compiuti una serie di errori non giustificabili. Merkel e Sarkozy dissero che gli Stati potevano fallire, tradendo lo spirito dell’Europa, la solidarietà. Nel trattato non c’era la parola troika. Il whatever it takes poteva essere giusto per 6 mesi, è diventato permanente. L’unità di conto è passata da million a trillion, una infinita quantità di moneta stampata. Whatever it takes si è così trasformato in Whatever mistakes, anni di errori incredibili immaginando che la tecnica potesse sostituire la politica». Tremonti ha poi analizzato le conseguenze sul debito pubblico del superbonus: «Quello che ultimi due anni è avvenuto in termini straordinariamente negativi è l’incredibile crescita del debito pubblico causata dal cosiddetto superbonus, prodotto della teoria del debito buono. Ora abbiamo un debito mostruoso, al che corrispondono enormi limiti nel poter fare le finanziarie: non puoi fare troppo deficit se hai troppo debito».

Il direttore Luciano e Annacarla Dellepiane, head of sales Italy di HANetf, hanno poi intervistato Giovanni Tamburi, fondatore, presidente e amministratore delegato di TIP – Tamburi Investment Partners S.p.A. Alla domanda su cosa è cambiato nella finanza negli ultimi 40 anni, Tamburi ha risposto: «È cambiato poco per 37 anni, moltissimo negli ultimi 3 anni, non tanto per il Covid, ma dopo il Covid. Come ha giustamente detto Giulio Tremonti, i tassi a zero sono stati un errore colossale». Tamburi ha aggiunto: «La finanza ha assunto un ruolo troppo importante negli ultimi 20-30 anni, arrivando a condizionare le imprese, quando dovrebbe essere il contrario. Ma oggi il private equity si sta violentemente ridimensionando». Per il “Warren Buffett italiano” Giovanni Tamburi  «Quello che ha rovinato le aziende indebitandole è il ricorso alla leva finanziaria, che con tassi a zero era facilissimo». Ancora il banchiere d’affari (romano di nascita, trapiantato  a Milano) sottolinea «Stiamo frenando perché la Cina si è fermata. Speriamo che la Cina riprenda a importare ed esportare, questo rimetterebbe il mondo in moto: se non c’è sviluppo siamo molto malmessi».

È seguita l’intervista di Sergio  Luciano e Marco Muffato a Manuela Franchi, chief executive officer & director doValue SpA. «Tra i Paesi nei quali operiamo, Grecia, Italia e Spagna, la Grecia vive un periodo particolarmente positivo, con una crescita del real estate e tassi di recupero crediti importanti, con i sottostanti valori immobiliari che crescono» ha detto Franchi. «In Italia la situazione è diversa, siamo tra due fuochi: da un lato le banche hanno tassi di default molto bassi, ai minimi storici, molto più bassi dei momenti di crisi del passato: sembra un segno di buona salute, ma chi deve rimborsare i crediti fa fatica, il valore immobiliare sta diminuendo. La Spagna è in una situazione intermedia».

Franchi ha anche parlato di gender gap e Esg: «Le donne Ceo nelle quotate italiane sono l’1%, nelle aziende italiane il 3%. Nella mia azienda stiamo facendo grandi sforzi per raggiungere una vera parità».

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